Quando parliamo di prepping la prima cosa a cui pensiamo è la sopravvivenza e fine del mondo, non di certo la preparazione economica.
In realtà la filosofia della preparazione dovrebbe essere una costante nella nostra vita, soprattutto vista la precarietà della società nella quale viviamo fatta di continui e repentini mutamenti a causa delle vicende socio-politiche, sanitarie ed economiche. (Ne abbiamo parlato spesso nella nostra categoria dedicata all’Economia e in particolare nell’articolo Sopravvivenza economica: gestire le proprie finanze -ndr).
Se quindi vogliamo essere pronti al Day After, credo che a maggior ragione dovremmo essere preparati a quello che i latini chiamavano “hic et nunc” ossia al qui ed ora. Tutto può cambiare e anche se non dovesse arrivare uno sconvolgimento globale fatto di terremoti, bombe nucleari e zombie per le strade, può semplicemente accadere che uno di noi perda la principale fonte di reddito della propria vita.
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Il sondaggio nei gruppi di prepper
Ho deciso di fare un test fra i vari gruppi di prepper che frequento e ho raccolto le loro impressioni, critiche e suggerimenti.
In particolare ho posto tre domande:
- Avete fatto i conti con la vostra reale situazione economica?
- Che cosa succederebbe se domani mattina perdeste il lavoro?
- Quanti mesi avete calcolato che potreste portare avanti la vostra vista, la vostra famiglia senza modificare radicalmente la vostra condizione di comfort?!
(Questo sondaggio o test non ha valore statistico e non è stato progettato scientificamente, individuando un campione significativo della popolazione – ndr).
Le risposte dei prepper italiani
Devo dire che il risultato è stato un po’ una conferma delle mie ipotesi iniziali e fotografa una realtà – a mio parere – agghiacciante, ma ad ognuno le sue considerazioni.
Alla luce di tutti i commenti raccolti posso trarre delle conclusioni e dei consigli rispetto al campione esaminato:
- Il primo gruppo, pari ad un terzo ha risorse economiche per una media di più di tre anni;
- Un secondo gruppo, sempre pari ad un terzo ha risorse economiche per una media di 4 mesi;
- Infine, il terzo restante pensa che in caso di bisogno qualcuno lo aiuterà (famiglia, amici, Stato) o che potrà continuare mantenere la famiglia dedicandosi all’autoproduzione attraverso orti domestici;
- Una frazione residuale preferisce continuare a pensare a quando il sistema economico collasserà e saremo tutti sulla stessa barca senza niente.
L’approccio è un po’ come nei film americani, ignorando però di vivere il presente, la realtà personale e infine l’aspetto centrale: essere prepper non significa essere preparati e previdenti adesso per quello che può succedere fra dieci minuti. E nemmeno esser pronti a quella che idealmente potrebbe essere la soluzione per vivere ai confini di questa società senza che le sue implicazioni socio, economico e politiche ci possano toccare.
È drammaticamente ovvio che, in una situazione catastrofica globale, se tutti perdiamo tutto dovremo tutti ripartire da zero. Invece, se perdiamo il lavoro o la nostra principale entrata economica, non finirà di certo il mondo ma rischierà di collassare la nostra famiglia verso la quale abbiamo delle responsabilità.
Non sarà così facile dire alla propria famiglia che da domani si farà l’orticello per campare: bollette, spese, cure e i figli vorranno comunque la ricarica per il cellulare…

Realisticamente, non si può pensare di vivere davvero fuori dalla realtà (quantomeno non da un giorno all’altro), pertanto ci vogliono soluzioni reali, pratiche e durature per evitare che una temporanea o prolungata perdita delle fonti di reddito possa influire così duramente sulla nostra vita personale, sociale e familiare.
Solo in un paio di casi su circa cento ho ricevuto delle risposte da persone che stanno davvero attraversando una situazione di difficoltà e in questi casi purtroppo non ho visto nessuno spirito prepper, nessuna ricerca di soluzione se non l’attesa dell’assistenza del welfare statale.
Uno scenario imminente
Una situazione che realmente può accadere è che arrivati in primavera lo Stato Italiano, come altri in realtà, faccia decadere il blocco dei licenziamenti. In alternativa, o in aggiunta, finisca le risorse per la cassa integrazione, traghettando per strada chi adesso è sicuro dietro un contratto di lavoro.
Potrai esser pronto ad imbracciare i forconi e fare la guerra civile ma ciò non toglie che resti nella situazione di povertà assoluta e magari con il mutuo da pagare.
Vorrei davvero vedere quanti padri di famiglia con le mogli disperate ed i figli che chiedono il cellulare nuovo andranno davvero per strada invece che a cercare una nuova fonte di reddito.
Questo test è servito a capire, ancora una volta nella mia vita, quanto davvero sia importante l’indipendenza economica. Parlo non solo di un’indipendenza fatta di soldi e preziosi messi da parte per i momenti di magra ma di libertà dai pagamenti, dai debiti, dalle banche.
Sarò onesto, questa indipendenza è difficile da raggiungere ma non impossibile. La preparazione economica dovrebbe essere trasmessa alle nuove generazioni fin dalle scuole elementari e un prepper dovrebbe metterla al primo posto delle priorità invece di dedicare la maggior parte delle attenzione a piccoli gadget per accendere il fuoco o depurare l’acqua.
Per quanto viviamo in una società connessa dobbiamo saper affrontare le difficoltà di tutti i giorni e la filosofia prepper non può riguardare solo la vita post apocalittica ma ci deve insegnare uno stile di vita più efficiente e libero.
10 consigli per iniziare la preparazione economica
Da questo alcuni consigli di gestione di entrate e uscite:
- Cercare di accantonare una quota delle proprie entrate, sempre e fin da piccoli, trasmettendo questa buona pratica anche ai nostri figli;
- Se arriviamo a fine mese finendo lo stipendio, è necessario trovare un secondo lavoro o attività qualsiasi per mettere da parte risorse economiche. Non è salutare vivere sul filo del rasoio;
- Dividiamo le nostre entrate in tre: risparmio, spese e (ove possibile) investimento. Valuta anche questo video Kakebo e gestione delle finanze;
- Smettere di acquistare gadget cinesi per la sopravvivenza e investire in formazione tecnica e finanziaria;
Non dimentichiamoci del ruolo della nostra famiglia:
- Condividere con la famiglia le reali informazioni sulla propria situazione economica e renderla consapevole della necessità dell’aiuto di tutti per un futuro più sereno;
- Preparazione economica significa anche avere comunque un piano B ed è il caso di discuterne fin da subito con il proprio coniuge. Mettere in conto che oggi tutto può cambiare in maniera repentina senza più aggrapparci all’idea che lo Stato, gli amici o il nostro datore di lavoro siano li pronti ad aiutarci per un periodo indefinito in caso di necessità. Autonomia è la parola d’ordine, contiamo solo su noi stessi, è meglio.
- Quando va tutto bene la famiglia è dalla nostra parte ma ricordiamoci che spesso “finiti i soldi, finito l’amore“. Non è bello ma succede e dalla quale nessuno è immune. È un comportamento umano poiché nessuno vuole rinunciare al suo grado di comfort;
- Essere pronti a stringere la cinghia, a rinunciare al superfluo anche per un periodo prolungato. È importante farlo capire anche ai nostri familiari, non sarà così facile, ma è necessario;
Ultime considerazioni
Prima di concludere voglio dirti ancora questo: non presumere mai di essere al di sopra delle parti! Può succedere a tutti, a me è successo più volte.
In Italia manca completamente un’educazione finanziaria. Il che non vuol dire saper investire in borsa ma gestire le proprie finanze. Inizia a farti un’idea reale della nostra situazione. Allo stesso modo nel quale dovresti fare il punto mappa per orientarti e capire dove stai andando, così devi fare per la tua situazione economica.
E tu, quanti mesi di autonomia economica hai realmente?
Per una migliore considerazione delle tue entrate e uscite fisse, può esserti utile il nostro recente video su YouTube: Kakebo e gestione delle finanze. Guardarlo, soprattutto se non hai mai approcciato le tue finanze in modo sistemico prima d’ora.
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